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  • Editoriale



    di
    Alessandro Vaccarone


    NUOVI MEDIA - Pagina precedente
    Vecchi e nuovi media

    Nell’attuale Società dell’informazione si sente spesso parlare di media, ma non è detto che questa parola per i più significhi qualcosa o per lo meno significhi per tutti la stessa cosa.


    I media tradizionali sono ben noti a tutti:

    • i giornali, nati a Venezia nel ‘500 come gazzetta ufficiale (gaxeta, sinonimo di giornale nel mondo, era la moneta per comprarne una copia): divennero veramente importanti dalla metà dell’800 , soprattutto negli USA

    • la radio, che come mezzo di comunicazione di massa e di pubblicità ha circa 90 anni

    • la TV, nata tecnicamente poco dopo la radio, ma divenuta fenomeno commerciale solo dopo la seconda guerra mondiale

    • Sono pochi media, con un target abbastanza indifferenziato e larghissima diffusione per consentire costi accessibili a tutti.

    I nuovi media sono nati invece alla fine del ‘900 e si sono rapidamente moltiplicati, soprattutto negli ultimi anni. La loro base comune deriva dall’integrazione di tre tecnologie, elaboratore, telefono, e televisione: infatti sono caratterizzati dalla capacità di gestire informazioni digitalizzate, di trasmetterle a distanza e di visualizzarle su uno schermo. L’informazione digitale ha come logica conseguenza la multimedialità, in quanto la digitalizzazione consente di gestire allo stesso modo testi, immagini, audio e video (unica differenza, sempre meno critica, è la quantità di bit che implica spazio su disco e larghezza di banda).

    La grande diffusione e la continua diversificazione sono legate al crollo dei costi dell’elettronica (produzione in grandissima serie di processori, memorie, dischi, …), allo sviluppo molto rapido delle tecnologie abilitanti e a un’innegabile creatività nell’ideare nuovi approcci all’interazione con l’utente (si pensi alla nascita recentissima di tablet e smartphone). Non bisogna però confondere gli apparati (semplici mezzi abilitanti) con i servizi, che costituiscono effettivamente i media.

    Oggi abbiamo molti media, ma soprattutto è sempre più difficile definire cosa sono realmente i media, a causa delle loro caratteristiche proteiformi. Per semplificare possiamo chiamare media tutti i servizi che consentono una interazione atta a scambiare informazioni e notizie. Questa è un’affermazione molto generica e non necessariamente convincente, se pensiamo che su questa base diventano media anche i frigoriferi, che in un prossimo futuro potranno leggere i codici sulle confezioni e comunicare via smartphone cosa manca (forse anche dove è meglio acquistarlo o ordinarlo via web, salvo che non facciano già automaticamente gli ordini).

    Per andare più sul concreto possiamo citare una serie di esempi:

    • internet è una specie di autostrada mondiale su cui viaggiano più media e la stessa cosa si può dire della reti dei cellulari: su queste due reti passa il web, che ci consente di interagire con le informazioni residenti sui server, il digital signage (o cartellonistica digitale), che consente di visualizzare contenuti informativi e pubblicitari su monitor remoti, i servizi di mail e le newsletter, ecc.
    • a sua volta il web supporta più media: blog, social network, editoria digitale, ecc.
    • il cellulare e il PC possono supportare anche altre tecnologie di comunicazione, ad esempio il bluetooth che pur operando solo su brevi distanze ha le caratteristiche dei media

    Ma se consideriamo la definizione data sopra possiamo pensare a tante altre strane tecnologie, come ad esempio:

  • il vasto mondo dei marker digitali come i QRcode, gli RFID, gli NFC per comunicazioni limitate, ma con alto valore aggiunto e costo pressoché nullo
  • la realtà aumentata con le sue varie sfaccettature, tipiche di applicazioni molto diversificate
  • i robot semoventi e le commesse virtuali, che possono interagire con la gente e scambiare informazioni con il sistema centrale di controllo
  • le cuffie con sensori di onde cerebrali con cui si può interagire a distanza in vario modo (non è fantascienza, costano sui 500-1000 euro e sono in vendita varie applicazioni)

    A parte la curiosità che possono suscitare i sistemi più strani, interessa poco la tecnologia abilitante: per un manager, che deve prendere decisioni strategiche o operative, interessa soprattutto quali media o mix di più media è opportuno usare, quando sono efficaci e come vanno usati. Certamente quasi tutti i media ora citati possono avere notevole impatto sulle attività promozionali e commerciali, sia nella GDO che nel piccolo commercio al dettaglio.

    Sono argomenti di cui parleremo in prossimi articoli, quando descriveremo in modo più approfondito le tecnologie qui citate e le applicazioni possibili.

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